13 aprile 2023

Intestino e intolleranze alimentari

Intestino e intolleranze alimentari sono termini che vanno di pari passo e questo perché l’intestino svolge un ruolo fondamentale nella gestione del cibo. Quello che però spesso ci si dimentica di approfondire è il tratto che maggiormente si occupa di portare a termine questo lavoro: l’intestino tenue.

Cosa succede nell’intestino tenue?

Nei suoi sette metri di “meandri oscuri”, il tenue svolge un lavoro che racchiuderemo in un’unica parola: scelta. Ebbene sì: è proprio qui che l’organismo entra realmente a contatto con le informazioni che arrivano dall’estero attraverso gli alimenti e qui viene stabilito cosa può essere assorbito e cosa invece dovrà proseguire il suo viaggio verso l’eliminazione.

Dobbiamo immaginare l’intestino tenue e la sua mucosa come una dogana, costituita da villi e abitata da batteri. A questa dogana, con e senza biglietto da visita, si presentano viaggiatori di ogni genere: grassi, zuccheri, proteine, aria, acqua ecc. ed è proprio qui che, sotto l’attento controllo del sistema immunitario, avviene uno dei processi più importanti per la nostra sopravvivenza. Esageriamo? No! Perché tutto quello che l’intestino tenue decide di assimilare diventa nutrimento e informazione per tutti i nostri organi e tessuti. Ciò che invece viene eliminato, è ritenuto non funzionale al nostro corpo. Insomma, l’intestino tenue sceglie cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi.

In tutto questo, la flora batterica si comporta come un enorme esercito (seppur a noi sembri piccolo) che accoglie i visitatori che arrivano dallo stomaco e li indirizza al loro destino. Più concretamente, quindi, è coinvolta in modo attivo nel processo digestivo.

E il sistema immunitario?

Non dimentichiamo che la mucosa dell’intestino è sempre leggermente infiammata. Questo è fondamentale perché la rete attraverso la quale passano le sostanze assimilate deve necessariamente essere permeabile, ma non troppo. Ed è qui che sta il vero nodo: se la nostra barriera funziona a dovere e giudica nel modo corretto i suoi “visitatori”, il sistema immunitario svolgerà una semplice funzione di supervisione. Ma se la mucosa risulta troppo infiammata, o se la nostra flora batterica si è adeguata a situazioni di stress ed alimentazione scorretta, il sistema immunitario non si limiterà semplicemente a supervisionare, ma scatenerà dei processi di difesa anche nei confronti di alimenti apparentemente innocui. Da qui, tutte le sintomatologie che ben conosciamo, tra le quali citiamo alcune delle più importanti:

– gonfiore addominale che peggiora durante la giornata (ovvero quel caso in cui si ha la pancia piatta al risveglio e a sera sembra essere diventata un palloncino); – diarrea da stress (soprattutto quella che si presenta quando si consumano dei pasti, senza riuscire ad individuare quale sia l’eventuale alimento responsabile e quale no!) – problemi di pelle (perché la pelle, come l’intestino tenue, è scambio, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo); – stanchezza (poiché se il nostro intestino tenue non assimila correttamente macro e micronutrienti, difficilmente l’organismo avrà a sua disposizione le componenti per produrre la sua benzina).

E quindi, cosa fare?

L’errore più grande che si possa compiere quando siamo in presenza di un’intolleranza (o di disturbi alimentari) è, semplicemente, eliminare l’alimento che supponiamo ci dia fastidio. Certo, in questo modo, alleggeriamo il lavoro al sistema digerente, ma non andremo a migliorare la sua condizione, e nel tempo saremo costretti ad eliminare dalla nostra alimentazione sempre più cibi.

Avete presente quando abbiamo un bel vaso di fiori e ci accorgiamo che le nostre piante non crescono più bene? Magari ne piantiamo delle altre ma anche queste non crescono belle e rigogliose. E allora cosa facciamo? Cambiamo la terra. Prendersi cura del nostro intestino tenue vuol dire, metaforicamente, cambiare la terra al vaso e assicurare un giusto nutrimento per le nostre piante, ovvero ai nostri organi e tessuti. In questo modo, i cibi verranno meglio tollerati riducendo il rischio di una risposta immunitaria esagerata.

Dott.ssa Rita Bernardi


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